Day 9: Ashima Shiraishi e Sam Avezou Campioni del Mondo Lead Youth B

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Final female youth B lead
Stamattina il tempo è uggioso per questa prima finale della Youth B – Under 16. Ma queste ragazzine – le otto magnifiche finaliste – non si fanno certo spaventare per così poco. Così è anche per gli spettatori: un mare di ombrelli di tutti i colori riempie il Climbing Stadium. E si parte. La russa Viktoriia Meshkova inaugura i giochi sulla grande parete di sinistra. C’è attesa e anche un po’ di tensione: oggi le vie sono più difficili, com’è giusto sia per una finale. La russa (passata con l’ottavo posto delle semifinali) sale bene, oltre metà via. La croata Jani Zoraj si ferma dopo di 3 prese. Mentre è la russa Elena Krasovskaia che si spinge oltre conquistando ancora un po’ di parete (3 prese in più). Troppo poco. Il top è ancora lontano… Intanto però il sole ha scacciato la pioggia ed ora il Climbing Stadium brilla. Tocca alla russa Eliska Adamovska ma oggi per lei non è giornata sale di pochissimo sopra la Zoraj. Sì, questa via non regala proprio nulla, occorre conquistarsela presa su presa. Come fa la statunitense Brooke Raboutou che da brava figlia d’arte, il papà è Didier e la mamma Robyn Erbesfield ovvero due dei grandi del Rock Master, si spinge oltre metà via. Vince i quattro volumi azzurri (a piramide) per poi superare anche le loro “gemelle” rosse. Poi c’è quella grande presa nera, sembra sfuggente, difficile da tenere… infatti, è li che cade. D’altra parte quello che sembra proprio l’ostacolo per l’ultima parte della via, ferma anche l’italiana Laura Rogora (bravissima). La slovena Mia Krampl (la penultima della start list) fa un po’ meglio recuperando un paio di prese. Insomma siamo, in pieno strapiombo, alti ma ancora lontani dal top. Ora ne manca solo una. E’ la statunitense Ashima Shiraishi. Fin qui ha dominato la gara Boulder (è la nuova campionessa mondiale) centrando tutti e 12 i top. E, anche nel Lead, non solo ha sempre comandato la corsa ma ha anche centrato tutti i top. Forse non occorre neanche precisare che è stata l’unica a farlo. Dunque ora sta correndo Ashima ed è un’altra gara: va sempre più su, regolare e decisa, inarrestabile. Si ferma un attimo a riposare nella sezione delle “piccole pirati azzurre”, e poi riparte. Prende la grande presa nera (quasi con nonchalance) e poi… non c’è più storia. Il suo cammino al top sembra quasi una formalità. Tutto quello che le hanno proposto lei l’ha risolto, dal boulder al Lead. Più di così non poteva fare… E, dopo il boulder, Ashima Shiraishi si prende il titolo mondiale anche del Lead. Sì, la ragazzina è davvero una “fuori categoria”, pardon “una fuoriclasse” come se ne sono viste poche in questo sport. Alle sue spalle la slovena Mia Krampl è medaglia d’argento. Mentre l’italiana Laura Rogora conquista un bel terzo posto.


Final male youth B lead

Quando scende in campo Pietro Biagini il sole ha già scacciato la pioggia. Prima di lui avevano già corso il giapponese Katsura Konishi, lo spagnolo Mikel Asier Linacisoro Molina, e i francesi Léo Ferrera e Pierre Le Cerf. Tutti (a parte Le Cerf) erano riusciti ad arrivare più o meno all’inizio del grande tetto della parete di destra. Il migliore era stato Ferrera. Ora, appunto, toccava a Biagini. E l’azzurro, da subito, sembrava deciso a vendere cara la pelle su quella via che, ormai era chiaro, impegnava fin dalle prima prese. Tanto deciso che si spingeva un paio di prese oltre il francese a conquistare la testa della classifica provvisoria. Ma ora toccava all’altro italiano, Filip Schenk, terzo nelle semifinali e neo Campione del mondo Boulder Youth B. L’azzurro va su, supera lo spagnolo Linacisoro Molina di una presa ma si ferma ad un soffio da Ferrera. Ma, appunto, la via di oggi è di quelle che “macinano” le forze. D’altra parte questa è la caratteristica della ultra strapiombante (e massacrante) parete del Rock Master. Intanto il terzo francese Sam Avezou (2° nelle semifinali) sta già imboccando la corsia di sorpasso e uno dopo l’altro passa tutti, compreso Pietro Biagini. E’ davvero in giornata il francese perché si spinge lontano da tutti, fin sotto al gran tetto quasi a vederne l’uscita. Il belga Harold Peeters, il migliore della semifinale, ha l’onere e l’onore di chiudere la gara. Ma non c’è nulla da fare, sotto al gran tetto finale lotta fino allo spasimo e poi si arrende a due prese da Sam Avezou che è il nuovo campione Lead Youth B – Under 16. Il belga Harold Peeters è secondo. Mentre l’italiano Pietro Biagini si prende un meritato e importante 3° posto. L’altro azzurro, Filip Schenk, conclude al 5° posto

di Vinicio Stefanello / Planetmountain.com

IFSC WORLD CHAMPIONSHIPS 2015

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