Final male youth B lead
Quando scende in campo Pietro Biagini il sole ha già scacciato la pioggia. Prima di lui avevano già corso il giapponese Katsura Konishi, lo spagnolo Mikel Asier Linacisoro Molina, e i francesi Léo Ferrera e Pierre Le Cerf. Tutti (a parte Le Cerf) erano riusciti ad arrivare più o meno all’inizio del grande tetto della parete di destra. Il migliore era stato Ferrera. Ora, appunto, toccava a Biagini. E l’azzurro, da subito, sembrava deciso a vendere cara la pelle su quella via che, ormai era chiaro, impegnava fin dalle prima prese. Tanto deciso che si spingeva un paio di prese oltre il francese a conquistare la testa della classifica provvisoria. Ma ora toccava all’altro italiano, Filip Schenk, terzo nelle semifinali e neo Campione del mondo Boulder Youth B. L’azzurro va su, supera lo spagnolo Linacisoro Molina di una presa ma si ferma ad un soffio da Ferrera. Ma, appunto, la via di oggi è di quelle che “macinano” le forze. D’altra parte questa è la caratteristica della ultra strapiombante (e massacrante) parete del Rock Master. Intanto il terzo francese Sam Avezou (2° nelle semifinali) sta già imboccando la corsia di sorpasso e uno dopo l’altro passa tutti, compreso Pietro Biagini. E’ davvero in giornata il francese perché si spinge lontano da tutti, fin sotto al gran tetto quasi a vederne l’uscita. Il belga Harold Peeters, il migliore della semifinale, ha l’onere e l’onore di chiudere la gara. Ma non c’è nulla da fare, sotto al gran tetto finale lotta fino allo spasimo e poi si arrende a due prese da Sam Avezou che è il nuovo campione Lead Youth B – Under 16. Il belga Harold Peeters è secondo. Mentre l’italiano Pietro Biagini si prende un meritato e importante 3° posto. L’altro azzurro, Filip Schenk, conclude al 5° posto.
Final male youth A Lead
Per il penultimo titolo mondiali giovani Lead della giornata il cielo sopra Arco si è di nuovo imbronciato. In campo scendono i ragazzi della Youth A – Under 18. Il pubblico, intonato, è quello delle grandi occasioni. Quello del Rock Master, per intenderci. Anche la via, che sale sullo spigolo destro della grande torre strapiombante di sinistra, sembra fatta per l’occasione. Tanto più che è stata svelata la (molto) strapiombante parte finale, che era stata coperta fino ad ora. Un bel missile che ha (lo si capisce quasi da subito) il “filtro intermedio” su una serie di prese che salgono rasente la grande semisfera rossa. Occorrono dita d’acciaio e il controllo totale del corpo per uscirne. Lo provano le salite dei primi 4 pretendenti al titolo iridato, finite proprio da quelle parti. Il coreano Minyoung Lee finisce proprio all’approccio della sfera rossa. Meglio di lui fa, con 2 prese in più, il lecchese Stefano Carnati. Molto meglio, visto che subito dopo il russo Vladislav Shevchenko e il giapponese Taito Nakagami cadono esattamente nello stesso punto, una presa sotto Lee. Mentre lo statunitense Kai Lightner si ferma addirittura ad un soffio da Shevchenko. Quindi, con tre soli atleti che mancano, Stefano Carnati è ancora primo ma soprattutto è già sicuramente quarto nella classifica finale. Una cosa è sicura: la via è durissima. Lo conferma subito dopo il giapponese Yoshiyuki Ogata che precipita lì dove è caduto Lightner, cioè più in basso di tutti. Ora tocca a Hugo Parmentier, il penultimo a partire e il secondo delle semifinali. Il francese sale bene, deciso, tiene e poi proprio su quella (solita e malefica) sfera rossa cade ad un soffio dall’italiano. Carnati è ancora incredibilmente in testa (ed ha già, sicuramente, conquistato almeno la medaglia d’argento). Ora tocca allo svizzero Sascha Lehmann, il leader delle semifinali. Va su veloce ma poi arriva lì, dove si procede presa su presa, su quella sfera rossa che ormai sembra il top della via. Ogni presa è una “sofferenza”, così lo svizzero raggiunge l’altezza dell’azzurro e con un’ultimo sforzo prende la presa successiva e va giù. Per il punto in più di quell’appiglio lo svizzero Sascha Lehmann è il nuovo campione mondiale Youth A Lead. Stefano Carnati con una splendida rimonta partita dal 7° posto delle semifinali centra una grande medaglia d’argento – la decima medaglia per l’Italia. Mentre distanziato di un niente il francese Hugo Parmentier è bronzo. Al quarto posto, per il ritardo di un “punto”, finisce il coreano Minyoung Lee. Poi nell’ordine tutti gli altri: Minyoung Le (Kor), Taito Nakagami (Jpn), Vladislav Shevchenko (Rus), Yoshiyuki Ogata (Jpn) e Kai Lightner (Usa). Tutti dal primo all’ultimo sono “compressi” nel giro di 4 prese. Davvero un arrivo al fotofinish!
Juniors Lead
Sul calare della sera, alle 17:40 in punto, parte anche l’ultimo atto dei Campionati mondiali giovanili di Arco. L’ultima partita, per l’ultimo titolo mondiale ancora da assegnare. E tocca agli Junior – Under 20 giocarla. Sul Climbing Stadium pioviggina e gli ombrelli si sono riaperti. La via è la stessa (un po’ modificata) degli Youth A. L’aria è quella delle grandi occasioni. Per vedere chi risolverà il “più grande strapiombo” della parete del Rock Master, quello che sale sulla sua grande e vertiginosa prua. Lo start è di quelli da incorniciare. Il protagonista è lo statunitense Jesse Grupper che, dopo aver superato la prima parte della prua con i relativi piccoli (ed infidi) tetti, va su fino alla grande sfera. E’ uno dei punti cruciali ma lui va dritto a prendere la partenza del gran salto, a due mani, sul gran volume che poi porta al tratto finale. Grupper misura il lancio, si tende, e vola. L’arrivo è al cardiopalmo: per un attimo perde un appiglio ma, gambe all’aria, si riprende. E poi va su, sempre più su, fino a prendere il Top. Il pubblico impazzisce! Ma già in campo si riparte con la corsa dello sloveno Anze Peharc che fa tutto bene, anche il salto a due mani ma poco dopo si perde e… cade. Ora tocca al belga Simon Lorenzi, anche lui va altissimo ben oltre il lancio ma poi cade proprio lì a due passi dal top. Non c’è nemmeno il tempo di pensare se quella di Grupper sia stata una salita irripetibile e in campo c’è già l’austriaco Bernhard Röck che va come un missile. Sfera rossa, lancio a due mani e poi, anche lui, è al top! Ed è anche al comando della classifica provvisoria, grazie al miglior risultato in semifinale rispetto a Grupper. Poi è il giapponese Tomoa Narasaki a scendere in pista: arriva sopra la sfera rossa ma poi non riesce a fissare le due prese del lancio. Una piccola magia che invece riesce al russo Sergei Bydtaev che poi, però, cade due prese sopra a Peharc: è ancora al 3° come nella semifinale, mentre Röck è ancora primo, e Grupper secondo. Ma mancano ancora due atleti, per loro il podio passa solo per il top o proprio lì, vicinissimo. Il giapponese Hada Yuki gioca le sue chance malissimo, e precipita dal secondo posto in classifica provvisoria al penultimo della finale alle spalle dello sloveno Peharc. Mentre la pioggia si è fatta quasi “cattiva”, tocca all’ultimo atleta. Il terzo giapponese Keiichiro Korenaga ha vinto la semifinale, ed è quello che è sembrato il più in forma. E’ l’unico, ormai, che può strappare il titolo a Röck e l’argento a Grupper. La sua è una battaglia che va altissima, supera Lorenzi, e quando ormai sembra puntare a prendersi top e mondiale, va giù. Morale: è l’austriaco Bernhard Röck che vince questo mondiale Lead Juniors. Lo statunitense Jesse Grupper, partito all’8° posto dei qualificati alla finale, centra una medaglia d’argento davvero notevole. Il giapponese Keiichiro Korenaga è terzo. Davanti nell’ordine a Simon Lorenzi (Bel), Sergei Bydtaev (Rus), Anze Peharc (Slo), Hada Yuki (Jpn) e Tomoa Narasaki. Finisce così questa nona e ultima giornata degli intensi – ma anche davvero molto coinvolgenti – Campionati del mondo giovanili di arrampicata sportiva di Arco. Una cosa è sicura qui abbiamo visto correre i campioni del futuro.
di Vinicio Stefanello / Planetmountain.com
IFSC WORLD CHAMPIONSHIPS 2015