Semifinali Lead Female Youth B
La gara femminile delle Under 16, che parte in contemporanea alla gara dei pari categoria maschi, corre sulla grande parete di destra. Lì c’è il grande tetto, ad onda rovescia, che ha fatto la storia del Rock Master. In quell’arrampicata a testa in giù si sono “persi” in questi anni molti dei big. Insomma sarà interessante vedere anche anche questo oggi: chi riuscirà a venir fuori da quell’immensa onda che apre la strada per il top? Per capirlo si è dovuto aspettare ben oltre metà gara. Intanto chi si è spinto più in alto, fino ad affrontare l’onda, è stata la croata Jani Zoraj, un po’ più sotto è arrivata la giapponese Karin Kojima, mentre l’azzurra Giorgia Tesio, davvero determinata oggi, si è fermata 4 prese più sotto. La musica cambia radicalmente subito dopo quando scende in campo Laura Rogora. L’italiana, partendo come decima delle qualifiche, oggi è in formato speciale. Si vede da subito. Va su, sempre su, supera di gran lunga tutte, e non si ferma. Rimonta l’onda, va verso il top e… cade. Grande gara! E’ prima della classifica provvisoria. Ora tocca alle prime 10 del primo turno. Parte la russa Elena Krasovskaia che cade nello stesso punto della Zoraj. Mentre la sua connazionale Viktoriia Meshkova cade ad un soffio dalla stessa croata. Ora tocca alla slovena Mia Krampl che, ispirata, supera tutte ma cade, ad un niente dalla Rogora, quando il top sembra ormai a portata di mano. Comunque è già in finale. Nulla da fare invece per l’austriaca Sandra Lettner che si ferma troppo in basso. Così come la slovena Vita Lukan che cade ad un soffio dalla Zoraj. Più sotto ancora viene giù l’austriaca Eva Maria Hammelmüller. Mentre la ceca Eliska Adamovska raggiunge la stessa “quota” della Zoraj e Adamovskaia. A questo punto ne mancano solo le due statunitensi. La prima, Brooke Raboutou, riesce a superare il terzetto formato da Zoraj, Krasovskaia e Adamovska ma subito dopo non le riesce l’uscita dal tetto (la famosa onda) e cade, lontana sia dalla Rogora sia dalla Krampl. Quando esce Ashima Shiraishi, appunto la seconda statunitense e l’ultima concorrente, tutti aspettano il piccolo “miracolo” del top. In questi Mondiali ha vinto il titolo Boulder risolvendo tutti i 12 blocchi proposti. Nelle qualificazioni Lead ha continuato con 2 top su 2 vie… Intanto è già partita. La prima parte fino al tetto sembra una formalità. Poi affronta l’onda: si destreggia, moschettona, molla i piedi e… prosegue spedita emergendo dall’abisso per poi puntare decisa e sicura al top. Da applausi (che non sono mancati). Morale, in finale vanno nell’ordine: Ashima Shiraishi (Usa), Mia Krampl (Slo), una grandissima Laura Rogora, Brooke Raboutou (Usa), Eliska Adamovska (Cze), Elena Krasovskaia (Rus), Jani Zoraj (Cro) e Viktoriia Meshkova (Rus).
Semifinali Lead Female Youth A
All’inizio, le ragazze Under 18, sembrano proprio non trovare il bandolo della faccenda. A metà gara ancora nessuna è riuscita ad affrontare il gran tetto che preclude alla parte conclusiva della via. A comandare la classifica provvisoria sono le giapponesi Misato Nishikori e Yukari Nakamura, cadute sulla stessa presa, seguite molto più in basso dalla statunitense Melina Costanza. Il resto si perde sulla prima parte della via. E, purtroppo, anche l’azzurra Eva Scroccaro è tra queste. A dare un piccolo scossone alla gara ci pensa la svizzera Michelle Hulliger che si porta in testa superando, di un soffio, le due giapponesi. Ma ancora restiamo lontani dalla… soluzione. Del suo ci mette la statunitense Grace McKeehan che riesce a superare di due prese il punto più alto raggiunto dalla Hulliger e, insieme, a cercare di uscire da quel “malledetto” tetto a onda rovescia. Subito dopo ancor meglio fa la sua compagna di squadra Claire Buhrfeind che si spinge più in su di tre prese ma poi (sfinita) deve arrendersi. A questo punto entra in campo la torinese Ilaria Scolaris che arrampicando davvero bene e concentratissima supera tutte e si mette in caccia anche della Buhrfeind. Alla fine non ci riesce perché finisce le energie ma di sicuro fa una prestazione di rilievo. Come molto bella e caparbia è la salita di Asja Gollo che si ferma esattamente lì dove è caduta la sua compagna di nazionale. Mancano ancora tre atlete… e il 2° e 3° provvisorio delle due italiane vuol dire finale sicura! Adesso tocca alla giapponese Aika Tajima che non si fa pregare e senza pensarci troppo, lenta ma inesorabile, viaggia in corsia di sorpasso, supera tutte per poi fermarsi lì dove ancora nessuna era stata: 5 prese più in alto della Buhrfeind. Davvero una gran corsa quella della giapponese, tanto che la statunitense Margo Hayes non riesce a prenderla e si deve accontentare solo di superare di una presa la sua compagna di nazionale Buhrfeind. Ora è tempo di chiudere. In tutti i sensi. Entra Janja Garnbret. La campionessa slovena si riscalda sulla prima parte. Affronta il tetto con tranquillità, prendendosi il tempo di moschettone ma anche di “recuperare” un po’. Poi parte e – bloccaggio dopo bloccaggio – va su fino al top. Tranquilla, sontuosa e da applaudire in tutto! Ancora una volta è lei a comandare la classifica, così come aveva fatto per conquistare il titolo iridato del Boulder. Ed è lei, naturalmente, la grande favorita anche per il titolo Lead. In finale, però, la Garnbret dovrà vedersela con tutte le altre. A cominciare da Aika Tajima (Jpn) che si è qualificata per seconda, seguita nell’ordine dalle due statunitensi Margo Hayes e Claire Buhrfeind, dalle italiane Asja Gollo e Ilaria Scolaris, dalla terza statunitense Grace McKeehan e infine dalla svizzera Michelle Hulliger.
Semifinali Lead Female Juniors
Se in gara maschile le prese si sono fatte conquistare con grande fatica, di certo non hanno scherzato neanche quelle della via delle Juniors. Le ragazze correvano sulla torre di sinistra lungo una linea che partiva sullo spigolo di destra per poi superare il piccolo tetto che immette nella parte alta della parete. Per tutta la prima metà della gara nessuna è riuscita ad andare oltre 2/3 della via. Molte sono cadute prima. Così le migliori al giro di boa sono state la svizzera Andrea Kümin, la statunitense Kyra Condie e poco più sotto la slovena Rebeka Kamin. A superarle per prima, guadagnando poco più di tre prese, è stata l’ucraina Ievgeniia Kazbekova. La stessa altezza è stata poi centrata anche dall’austriaca Julia Fiser che per il risultato migliore in qualifica scalza l’ucraina. Stesso meccanismo per l’italiana Claudia Ghisolfi molto brava a raggiungere la stessa altezza della Fiser, anche lei conquista la testa della classifica provvisoria grazie al miglior risultato del primo turno. Dura poco però subito la slovena Tjasa Kalan rilancia andando altissima, quasi a vedere il top. Un piccolo miracolo che lascia ben sperare. Infatti di lì a poco arriva il botto: la svedese Ottilia Kajsa Rosen va a prendersi un meritatissimo (e attesissimo) Top. E’ come si fosse aperta una porta, subito dopo arriva alla fine della via anche la bravissima francese Julia Chanourdie. Poi la sorpresa della serba Stasa Gejo (fresca vincitrice del titolo iridato del Boulder) che finisce la sua corsa molto in basso e con il 10° posto è fuori dalla finale. La francese Salomé Romain, terzultima a partire, invece supera la Fiser e la Ghisolfi e si ferma al 6° posto. Mentre Anak Verhoeven che non vuole correre rischi (si fa per dire) si va a prendere anche lei un bel Top, il terzo della gara. A questo punto in molti si aspettano che anche l’austriaca Jessica Pilz (la leader delle qualifiche) centri il top. Ma non è così che funziona, la via non ha visto tante cadute per caso e arrivare lì sopra, alla fine della via, non è poi così semplice. Così l’austriaca riesce “solo” a raggiungere l’altezza di Tjasia Kalan e confermando allo stesso tempo la grande prestazione della slovena. Alla fine passano il turno nell’ordine: Anak Verhoeven (BEL), Julia Chanourdie (FRA), Ottilia Kajsa Rosen (SWE), Jessica Pilz (AUT), Tjasa Kalan (SLO), Salomé Romain (FRA), Claudia Ghisolfi (ITA), Julia Fiser (AUT).
di Vinicio Stefanello / Planetmountain.com
IFSC WORLD CHAMPIONSHIPS 2015