Day 7: Anak Verhoeven e Keiichiro Korenaga primi nella Semifinale Lead Juniors

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Semifinali Lead Male Juniors
La terza e ultima semifinale della giornata porta in campo gli Juniors. Ad aspettarli la parte destra della parete con una via che dai primi approcci pare subito ostica, difficile e delicata già sulla prima parte. Una sorta di stillicidio che ti porta, già stanco, alla sezione strapiombante del grande tetto ad onda rovescia. Lì dove – ormai l’hanno capito tutti – si giocano i sogni del passaggio del turno. Nelle altre due semifinali delle due categorie Youth B e A, finora chi ha superato quella sezione è andato in finale. Si sa anche che fino al primo di boa generalmente non ci sono grandi exploit. Così sembra anche questa volta. Nella prima parte della gara ad andare più in alto di tutti sono stati lo sloveno Anze Peharc nettamente avanti (di 4 prese) rispetto allo spagnolo Jonatan Flor Vazquez che condivide la sua “quota” di arrivo con il francese Nathan Clair. Tutti gli altri compresi gli italiani Lorenzo Carassio e Federico Andreolli si sono fermati di molto più in basso. Sì, è una via che non regala nulla, neanche nella parte più “abbordabile” dell’inizio. Infatti chi è arrivato ad affrontare il grande tetto era ormai con le forze quasi all’asciutto. E’ così anche per l’austriaco Georg Parma che “esplode” e si ferma un niente sotto Peharc. Va peggio per lo statunitense Nathaniel Coleman che si ferma molto prima là dove sembra esserci una sorta di Fossa delle Marianne. Ma ormai abbiamo capito, bisogna aspettare. Questa è una via che si svela un pezzettino alla volta, ogni presa è una piccola conquista. Non ci riesce lo sloveno Simon Preskar risucchiato verso il basso sempre lì, su quella grande presa nera che non si fa tenere. A muovere le acque è il belga Simon Lorenzi che però cade nello stesso punto di Peharc, nel bel mezzo del gran tetto. Intanto però è lui che passa in testa, in virtù del miglior risultato delle qualifiche rispetto allo sloveno. Poi si continua con “arrivi” sempre sotto il limite massimo toccato. Così è per lo svizzero Dimitri Vogt che si piazza al 6° posto provvisorio. Ma anche per lo sloveno Martin Bergan che si piazza immediatamente sotto. Poi arriva l’atteso scossone con il giapponese Tomoa Narasaki che scavalca tutti, lavora bene sotto il tetto e poi… cade. La sua corsa però l’ha portato ad aggiungere 3 lunghezze (3 prese) all’altezza massima finora raggiunta. E’ primo, e ha dato una boccata d’aria alla gara. Si continua con lo statunitense Sean Bailey che si infila al 5° posto provvisorio, alle spalle di Parma. La classifica continua a restare molto… compressa. Tant’è che anche l’austriaco Bernhard Rock si spinge ad appaiare Lorenzi e Peharc. E’ al 2° posto provvisorio. In testa c’è sempre Narasaki. E 6 atleti devono ancora scendere in campo. Siamo vicini all’epilogo. A confermarlo è la corsa del russo Sergei Bydtaev che deciso va ad appaiare Narasaki e passa in testa per il il miglior risultato di qualifica. Ora tocca all’italiano Francesco Bosco. Da subito la sua scalata non sembra così fluida ma è bravo a resistere, a correggere dei piccoli errori di impostazione e resiste fin sotto il tetto finché cade esattamente un “centimetro” sotto di Peharc, Lorenzi e Röck. Ma è davanti di un mezzo punto da Parma, ed è al 6° posto provvisorio. Poi il giapponese Yuki Hada fa il colpaccio e supera di un niente il russo Bydtaev e si prende la testa della corsa. Qui si va avanti e si lotta davvero sui centimetri… Lo statunitense Jesse Grupper raggiunge la stessa altezza di Bosco ma lo scalza dal 7° posto per via del risultato delle qualifiche, e lo spinge all’8° posto. L’ultimo utile per andare in finale. Ora tocca ai due giapponesi. Naoki Shimatani è uno dei più accreditati ma oggi non è giornata per nessuno, si perde poco sotto Parma ed è fuori dalla finale. Questa via è una vera sofferenza basta un niente e sei fuori. Poi tocca a Keiichiro Korenaga, l’ultimo in gara e l’unico ad aver fatto il top nella seconda via di qualificazione. Visto quanto è successo però può succedere di tutto. Ma non a Korenaga che, con grinta e tecnica, supera tutti. E’ primo con 4 prese di vantaggio. Alle sue spalle passono in finale nell’ordine: Yuki Hada (Jpn), Sergei Bydtaev (Rus), Narasaki Tomoa (Jpn), Bernhard Röck (Aut), Simon Lorenzi (Bel), Anze Peaharc (Bel) e Jesse Grupper (Usa). L’italiano Francesco Bosco è il primo degli esclusi, aveva in mano la stessa presa di Grupper, ma viene spareggiati dal suo risultato inferiore delle qualifiche. D’altra parte tutti i finalisti sono vicinissimi tra loro e molti sono stati spareggiati dal risultato delle qualifiche. Un equilibrio così non si vedeva da tempo.

Semifinali Lead Female Juniors

Se in gara maschile le prese si sono fatte conquistare con grande fatica, di certo non hanno scherzato neanche quelle della via delle Juniors. Le ragazze correvano sulla torre di sinistra lungo una linea che partiva sullo spigolo di destra per poi superare il piccolo tetto che immette nella parte alta della parete. Per tutta la prima metà della gara nessuna è riuscita ad andare oltre 2/3 della via. Molte sono cadute prima. Così le migliori al giro di boa sono state la svizzera Andrea Kümin, la statunitense Kyra Condie e poco più sotto la slovena Rebeka Kamin. A superarle per prima, guadagnando poco più di tre prese, è stata l’ucraina Ievgeniia Kazbekova. La stessa altezza è stata poi centrata anche dall’austriaca Julia Fiser che per il risultato migliore in qualifica scalza l’ucraina. Stesso meccanismo per l’italiana Claudia Ghisolfi molto brava a raggiungere la stessa altezza della Fiser, anche lei conquista la testa della classifica provvisoria grazie al miglior risultato del primo turno. Dura poco però subito la slovena Tjasa Kalan rilancia andando altissima, quasi a vedere il top. Un piccolo miracolo che lascia ben sperare. Infatti di lì a poco arriva il botto: la svedese Ottilia Kajsa Rosen va a prendersi un meritatissimo (e attesissimo) Top. E’ come si fosse aperta una porta, subito dopo arriva alla fine della via anche la bravissima francese Julia Chanourdie. Poi la sorpresa della serba Stasa Gejo (fresca vincitrice del titolo iridato del Boulder) che finisce la sua corsa molto in basso e con il 10° posto è fuori dalla finale. La francese Salomé Romain, terzultima a partire, invece supera la Fiser e la Ghisolfi e si ferma al 6° posto. Mentre Anak Verhoeven che non vuole correre rischi (si fa per dire) si va a prendere anche lei un bel Top, il terzo della gara. A questo punto in molti si aspettano che anche l’austriaca Jessica Pilz (la leader delle qualifiche) centri il top. Ma non è così che funziona, la via non ha visto tante cadute per caso e arrivare lì sopra, alla fine della via, non è poi così semplice. Così l’austriaca riesce “solo” a raggiungere l’altezza di Tjasia Kalan e confermando allo stesso tempo la grande prestazione della slovena. Alla fine passano il turno nell’ordine: Anak Verhoeven (BEL), Julia Chanourdie (FRA), Ottilia Kajsa Rosen (SWE), Jessica Pilz (AUT), Tjasa Kalan (SLO), Salomé Romain (FRA), Claudia Ghisolfi (ITA), Julia Fiser (AUT).

di Vinicio Stefanello / Planetmountain.com

IFSC WORLD CHAMPIONSHIPS 2015

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